Un Signore anch’io – I musici del disco – Tiziano Del Cotto

Tiziano Del Cotto

Del Cotto ma anche crudo, salame e suino in ogni sua variante. La sua passione per l’insaccato sfiora l’adulazione.
Celebre per la sua pasta al sugo di cotiche, sostiene che nessun animale fa sport, perché mai dovrebbe farlo lui…

Possiede un Berlingo con 792.000 km e punta ad arrivare ad un milione e due per venderlo come nuovo.
Imperdibili le camicie alla Magnun P.I., le feste di compleanno, l’amore per il vintage, i viaggi, la predilezione per le birre dozzinali e l’auto taglio di capelli semestrale.

Un pomeriggio mi scrive: “Ti ho registrato una linea di basso per Scegli me, diciamo alternativa… Un po’ alla Paul… Non so se ti piace”. La troverete nel disco…

Strumento: basso elettrico, contrabbasso.

Frase celebre: “Non ce l’ho si vede che la so” (riferito ad uno spartito che non trovava)

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Un Signore anch’io – I musici del disco – Giacomo Vaghi

Costui invece è Giacomo Vaghi, detto il Keanu Reeves della stra-milanino. Appassionato di storia ha una memoria tale che l’ultima volta al grido di “mmmh Garibaldi è un personaggio che conosco poco” tenne i commensali inchiodati 8 ore e 37 minuti dettagliando la cartella clinica di Anita e la passione dell’unificatore d’Italia per l’apicoltura.

Celeberrimo il suo trasporto per il rugby che provò pure a praticare… Sua moglie Aurora lo ritrovò con tanto di istruzioni per il montaggio su uno scaffale dell’Ikea di Carugate.
Forse l’unico chitarrista al mondo capace di suonare il do diesis bemolle, adora l’impiego di preservativi gusto bresaola della Valtellina.

Strumento: chitarra elettrica, sansula.

 

Frase celebre: (ospite da amiche tedesche) “krapfen kartoffeln I eat them very often”

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Un Signore anch’io – I musici del disco – Lou Capozzi

Lou Capozzi

Il terzo appuntamento ci costringe ad imbatterci in Lou Capozzi, detto anche Luchino u Mazzulatore.
Ha suonato la batteria per gran parte del tour di Ho detto a tua mamma che fumi ed è il mio batterista ideale (ora anche per i Giorgieness con Davide Lasala e Giorgia D’Eraclea).

Appassionato di cinema a tal punto che dopo avere acquistato videoproiettore, impianto dolby digital plus, fila di sedie autochiudentesi anni 70 del cinema Ambra di via Clitumno, macchina per i popcorn, postazione per biglietteria, sta trattando per trasferire la sua dimora in una delle sale dell’ Uci di Lissone.

Tutti i componenti sanno che Capozzi è il mio preferito soprattutto per quella speciale attitudine ad iniziare i fill di batteria con largo anticipo, financo dal brano precedente… Anzi forse in questo momento esatto sta facendo un giro di tom di Cesare e Bruto.

Stefano D’Orazio ha detto di lui : “Sembra me ma bravo”.

Sotto la scorza di uomo duro e gretto (e soprattutto sotto il suo vello pettorale) si nasconde un sagace scacchista, un altruista fuori dal normale, una persona fottutamente sincera, un tornitore, una macchina per il fumo, una Panda a metano e una tartare di salmone.

Strumenti: batteria e percussioni.

Frase celebre: “Con tutto l’affetto che posso avere, mi dispiace per le vostre travi, ma è la pagliuzza nel mio occhio a darmi fastidio.”

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Un Signore anch’io – I musici del disco – Luca Bossi

Luca Bossi

Luca Bossi detto “no, non sono parente” è la punta di diamante, il fuoriclasse, la testa di serie, il fantasista del gruppo.
Polistrumentista, per questo disco si è occupato di tasti neri e tasti bianchi.

Si narra che avesse già in testa tutte le parti del disco prima ancora che le scrivessi.
Con lui ho stampata nel cuore l’immagine della registrazione in diretta alle tre di notte di Un Signore anch’io, che ancora adesso a pensarci ho tutta una pelle di foca (Foca, Capozzi ho detto fOca, con la “o”) con lui che alza le braccia in segno di vittoria dall’altra parte del vetro e che naturalmente abbiamo tenuto sul disco.

Riservato come l’Islanda, indossa magliette con messaggi satanici al contrario. Tutti gli dicono di girarle, ma a lui piacciono così.
Pare che il suo hobby sia montare lampade al neon ma che ogni tanto si diverta a riempirle con gas nobili rari tipo l’ununoctio o il radon che è radioattivo ma comunque come scherzetto non è niente male.

Strumento: piano Wurlitzer, Fender Rhodes, pianoforte.

Frase celebre: “cosa penso di Bruce Springsteen? Bruce Springsteen è il Male!”

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Un Signore anch’io – I musici del disco – Alberto Motta

Alberto Motta

Questo è Alberto Motta, per qualcuno Lupo.

Con lui ho condiviso tanti anni negli Scigad. Insieme abbiamo registrato in questo disco Superuomo: lui al basso io alla batteria dopo 12 o 13 anni che non succedeva più.

Se escludiamo la fatica a rimuovere le ragnatele dagli strumenti (per questo ringraziamo la Vorwerk per l’aiuto anche se quel Bimby che ci avete fornito aspira veramente poco), è stata un’esperienza davvero edificante.
In più ha suonicchiato qualche altra parte a destra e a manca…
Giornalista, cantautore, musicista, straordinario paroliere è solito andare a trovare gli amici in Jaguar cabrio rigorosamente col foulard di seta annodato al collo.
È altresì solito bere Cremant di Borgogna mentre prepara una spadellata di frutti di mare e crostacei ascoltando musica orribile e convincendo i commensali che no, non è musica orrenda, sono loro troppo arretrati…

Per dire, fece questo anche con i Sunn O))) (si scrive così…) gruppo drone doom metal statunitense… Provate ad ascoltarli!!! Qualcuno ci casca ancora.
Poi lo sappiamo che quando non c’è nessuno ascolta Pupo a cannone…
E so anche che quando mi scrive: “nuovo di Battiato, Quando ero giovane” io corro a comprarlo.
Organizza poker notturni in cui si puntano solo monetine di rame…

Strumento: basso elettrico.

Frase celebre: “Io della vita ho capito tutto. Se vuoi te lo spiego ma intanto passa un tram e non ci capiremo”

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Un Signore anch’io – I musici del disco – Il Kaldo

Il Kaldo

Stefano Caldonazzo, alias Kaldo, alias Tony. Superba forchetta, ma anche ottimo cucchiaio, è il compagno ideale per pranzi, cene e relative sobremesa.

Si sospetta, in virtù della sua non comune capacità comunicativa, sia l’unico essere umano dotato di un babel fish all’interno del condotto uditivo.

Grande viaggiatore nello spazio e nel tempo, quest’ultimo scandito con sapienti manate che arrivano dritte al primo chakra; sistole e diastole vitali per tutta la musica che gli sta intorno. Memorabile, a questo proposito, una sua esibizione suonando un cesto di noci le quali, dopo lo spettacolo, ebbero un significativo incremento della percentuale di oli essenziali.

Nel disco si è occupato di bongos, maracas, tamburelli, legnetti, piatti da banda, jam blocks, campanacci, polipi di fiume, mascelle smontate, organi riproduttivi di mammiferi acquatici, palle di pelle di pollo e tanto altro…

Strumento: tutto ciò che è percuotibile

Frase celebre: “Boh! sei tu la mia memoria”

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